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Piccolo diario da Mauritius

di Roberto Barat

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Si può esser stati a Mauritius e dire, oggettivamente, di aver visto un pezzo d'Africa? Il cielo è quello subequatoriale, non ci sono dubbi, così come non ci sono dubbi sul fatto che la terra ha il medesimo colore di quella tanzaniana, che i profumi sono gli stessi dell'interno zanzibarino o che i colori dominanti sono quelli delle coste meridionali del continente. Ma la gente, e la società, no. E' difficile vederci l'Africa che è altra cosa. E non solo perché cinesi, indiani, creoli, neri convivono nelle stesse campagne e nelle stesse città, ma anche perché l'atmosfera, soprattutto quella "sociale", che vi si respira, è parecchio diversa. Insomma un'isola a metà strada tra due continenti (o forse tre visto che l'Oceania è più vicina dell'Asia) che di quelle terre ne ha tratti geografici e modi di vita. Che convivono, eccome se convivono. Ma che ormai sono fuse tanto da aver dato vita a una nuova società. Il termine è un po' forte? Forse, però è vero che visitando Port Luis, o una delle altre città degne di questo nome di Mauritius, si può venir presi da un certo senso di disorientamento quando senti la gente parlare in quattro o cinque lingue (inglese, francese, creolo, ma anche cinese, arabo o indiano), gustare i classici piatti delle cucine musulmane, indiane, cinesi e puoi pregare nella moschea, nella chiesa cattolica, nel tempio indù o in quello musulmano. E, pare, che nessuno trovi niente da ridire se qualche altro culto intenda costruire un proprio luogo di preghiera nelle città della costa o dell'interno (è Mauritius, mica la Lombardia). Siamo nella società multirazziale, nel modello di società che politici e filosofi descrivono, ma che non sanno costruire? Mah. La tentazione di dire sì è forte, ma sbilanciarsi, in questo caso, sarebbe sbagliato. Bisognerebbe viverci qualche anno per capire se non esistano tensioni più o meno sotterranee tra i vari gruppi. Certo è, per esempio, che i partiti politici non sono suddivisi per comunità etniche (almeno non in maniera eclatante) e che ai posti di comando dell'economia mauriziana (esclusi naturalmente quelli delle grandi società transnazionali che godono, come sempre, di una sorta di extraterritorialità) ci trovi, cinesi, piuttosto che indiani o creoli.
Però se non di eden stiamo parlando, sicuramente di un tipo di società in cui dev'essere perlomeno piacevole vivere. Ma veniamo a quei poco meno di 2mila chilometri quadrati di terra che i più si ostinano a chiamare "le Mauritius" (chissà perché poi?). Comunque. Sovraffollata ormai di villaggi turistici, grandi alberghi (per lo più in mano alle multinazionali del turismo) e meta esclusiva di un turismo d'élite (ma le cose stanno cambiando) oggi Mauritius offre un'infinità di piccole strutture di livello decisamente buono e a prezzi, anche per noi "poveri" italiani, davvero conveniente. Un esempio? Bungalow per quattro persone a 100 mila lire al giorno colazione inclusa. C'è un solo problema per affittare questi bungalow... ovvero arrivare a Mauritius scarichi di quei viaggi organizzati che si pappano ogni possibile volo intercontinentale e che lasciano ai pochi viaggiatori ancora in attività una ventina di posti su aerei che portano 300 persone. Ma se riuscite a prenotare solo il volo, il gioco è fatto. Non stiamo a suggerirvi luoghi e situazioni, perché se il viaggio è bello lo è anche perché deve essere organizzato giorno per giorno, con le sue difficoltà e i suoi inconvenienti. E poi perché con tutte le guide che ci sono in giro, internet compreso, l'organizzazione non dovrebbe risultarvi difficile. Qui trovate i nostri indirizzi. Anche per quanto riguarda il cibo non ci sono comunque problemi. Come dicevamo poco fa, i tipi di cucina non mancano (molti anche i ristoranti italiani) e non mancano nemmeno i ristoranti, "ordinatamente" sparsi in ogni punto dell'isola. I prezzi? Da 2 euro in su.
Dipende da cosa cercate.
Se vi accontentate di piatti di plastica e bicchieri non perfettamente "trasparenti" potreste pagare poche rupie per un cibo comunque di buona qualità. Se volete cenare con piatti in porcellana e bicchieri in cristalli potete comunque farlo, ma il prezzo, ovviamente, sale fino a livelli occidentali. Per il resto, che dire? Il mare è bello (anche se ce la stanno mettendo tutta per rovinarlo) i posti da vedere non mancano e il prezzo (a parte quello praticati dai tour operator) è conveniente. Insomma, rilassante, facile e insieme africana, vale davvero una vacanza.