Il
vento continua a soffiare con forza, più forte
che mai. Stasera è la notte di capodanno, e il
vento potente che soffia sembra voler trascinare via
lanno intero. E'freddo e violento e fa oscillare
le pareti di questa tenda, riempiendole di sabbia e
di polvere; e questatmosfera non concilia con
il mio riposo. Sono già da
qualche giorno nel deserto Algerino e come sempre al
campo si va a dormire presto. Con gli altri del gruppo,
dopo aver chiacchierato per gran parte della serata
attorno al fuoco, abbiamo deciso di festeggiare la fine
dellanno prima del solito, portando avanti i nostri
orologi mentali. Gli autisti hanno organizzato anche
un piccolo spettacolo, e per poco uno di loro non simmolava
con una bottiglia ricolma di benzina. Improvvisamente
questuomo si è avvicinato al fuoco, rischiando
così di diventare il primo tuareg abbrustolito
del Sahara del nuovo anno.
Non sempre è possibile addormentasi subito la
sera, spesso ci sono i pensieri di unintera giornata
che volano liberi su questi spazi immensi ed anche limmaginazione
può concedersi liberamente, più che altrove.
E poi cè sempre questo vento che dondola
la tenda con le sue improvvise raffiche, ed è
un potente soffio che scuote il silenzio. Un sibilo
che spezza questo silenzio infinito. Non per altro,
ma cè sempre un qualche meraviglioso rumore
che porge alla vita il minuscolo o enorme fragore a
ciò che poi diventerà un indelebile ricordo.
Sono già alcuni anni che decido di trascorrere
più giorni in questi luoghi remoti del mondo.
Di sicuro gli album fotografici, le foto e le riproduzioni
di questi paesaggi hanno favorito la scelta e la scoperta
per questi spazi. Ma è anche vero che in questi
ultimi anni, cè stato un interesse maggiore
dei mass media, verso questa realtà geografica.
Nuove pubblicazioni, nuovi articoli e nuovi servizi
televisivi hanno stimolato il desiderio di visitare
questi paesi. Questanno poi, ho trovato attorno
a me molta più gente del solito! Trovo folla
nel deserto e in questa specifica regione del pianeta,
forse cè una riscoperta collettiva verso
questi luoghi e verso questi abitanti? Ma cosa spinge
luomo a ripercorrere queste lunghe piste desolate,
ad affrontare una natura così ostile e a scrutare
nel nulla? Nelle agenzie di viaggio troviamo vari cataloghi
per queste escursioni e vengono studiati anche specifici
itinerari di viaggio, un po per tutti i gusti,
nonchè sempre più avventurieri si cimentano
in gare podistiche o in guide spericolate, solcando
gli erg di questo mare di sabbia. Ma cosa affascina
luomo verso queste terre e cosa lo attira qui?
Sul nostro pianeta ci sono molte regioni desertiche
e tra i vari articoli che ci parlano di questi argomenti,
apprendiamo che il deserto avanza sempre più.
Ma la velocità con cui avanza il deserto, esercita
una forza eguale nellattirare sempre più
viaggiatori verso questa frontiera? E soprattutto cè
un legame tra questi due aspetti così distanti,
e questo legame esiste realmente o trattasi solamente
di pura fantasia? Uno e laltro sicuramente, sì
credo che sia proprio così. Ho letto e sentito
da molti raccontare le sensazioni e le emozioni che
spingono luomo ad affrontare un viaggio nel deserto:
la bellezza degli spazi solitari e irraggiungibili,
la meraviglia e il terrore dellinfinito, il dilatarsi
del tempo, la quiete e il silenzio e per ultima la solitudine.
Ma queste non sono le sole immagini e le sole aspettative
che spingono luomo a scegliere una vacanza così
diversa. In questi casi quello che ci viene proiettato
nel nostro immaginario, è solo una diversa dimensione
da scoprire. Penso invece che ci siano altri motivi
che si celano dentro di noi, quando decidiamo di solcare
queste terre. Ed oltre allaspetto romantico, cè
sicuramente anche un piccolo substrato di narcisismo
e di basso orgoglio. Una vaga vanità nel sentirsi
superiori e vivi in condizioni estreme e inusuali, quasi
un bisogno di riscoprire le risorse sopite. Ma anche
questaspetto e queste frasi sono già state
scritte ed argomentate da più libri, ma allora
cosa cè ancora che ci affascina verso questi
luoghi? Forse è la mancanza di segni, di certezze,
di idoli e di promesse che qui non ritroviamo? Arrivare
ad una verità chiara e sicura dentro di noi?
Il deserto allora diviene la pienezza del vuoto, come
la negazione di ogni illusione. Una vita allo stato
puro, fragile e felice, piena o assurda, un infinto
presente in ogni istante. E vivere questi momenti è
vivere sicuri di essere puri, perché non cè
né un prima, né un dopo cè
solo un momento, quello davanti a noi. E risorge lidea
indispensabile di disintossicarci da tutto quello che
ci ha circondato alla partenza. Dimenticare tutto per
assaporare lattimo. Il deserto e la sua dimensione
viene riscoperta ciclicamente da più generazioni
e da sempre molti film parlano e illustrano questi spazi.
Ripercorrono i secoli di storia o scelgono semplicemente
questi luoghi per ambientarvi avventure e racconti,
ma tutte queste pellicole lasciano allo spettatore un
alone di mistero e di fascino. Ci fanno ammirare le
dune di sabbia o le oasi sperdute nel nulla, che simboleggiano
nellimmaginario di ognuno di noi un luogo fiabesco,
un mondo diverso dal quotidiano. E sovente il deserto
rappresenta la fuga dalla città, come può
essere il mare o la montagna. In altre parole, uno degli
ultimi luoghi naturali che è riuscito a sfuggire
dallimpoverimento e dalla cementificazione delle
nostre città. Ma questo spazio rappresenta anche
un luogo di riferimento, che offre unalternativa
alla nostra società del consumo.
Si parte sempre dalla scoperta del deserto come di un
luogo ricco di significati mitici, ma poi il pensiero
si evolve. Dopo qualche giorno passato a passeggiare
tra le dune o dopo essersi lasciati cullare dal calore
del sole pomeridiano o dal dolce scricchiolio del suono
dei passi sulla sabbia, nasce la quinta essenza che
cerca in un altrove reale, limmagine di una società
più consona ai propri bisogni. Il deserto è
il punto di riferimento contro la fugacità della
civilizzazione moderna, simbolo di un tempo statico
e ciclico, opposto al senso animato di progresso. Questo
ruolo dimmagine alternativa al mito di progresso
non è nuova, ma tende ad essere rafforzata oggi
dalla crisi dellidea stessa di progresso, come
testimoniano anche altre visioni di ricercatezza che
sbocciano in un ritorno verso le più semplici
origini della nostra società. Lidea di
un posto tranquillo dove trascorrere un fine settimana
o la ricerca di un ristorante che ci faccia riscoprire
un piatto tipico della nostra tradizione, non sono forme
molto più semplici ma analoghe? Più la
società corre verso il suo futuro e più
cè voglia di fermarsi, per godere di attimi
di purezza.