Libia:
tra le sabbie del Sahara (6/6)
di
Claudio Perotti claudiomail@tiscali.it
Giovedì
27/03/2003: Smontiamo
a malincuore il campo e partiamo alla volta di Germa. Siamo
obbligati a sostare qui, in quanto il volo che ci ricondurrà
a Tripoli è previsto per le ore 20:00 e laeroporto
di Sebha non apre (ebbene sì!) prima delle 18:00.
180 km di strada separano Germa da Sebha, quindi è
opportuno indugiare il più possibile. Non che Germa
sia bella e piacevole da visitare, ma se non altro è
possibile gironzolare un po qua e là, telefonare,
acquistare qualche spezia, mangiare un Kebhab. Raggiungiamo
Sebha nel pomeriggio, al nostro arrivo il piccolissimo aeroporto
è deserto. Si popolerà sempre più con
il passare delle ore. Purtroppo la brutta sorpresa è
che questo volo interno partirà con più di
4 ore di ritardo. Arriviamo a Tripoli e poi allalbergo
letteralmente distrutti alle 2:30 del mattino.
Venerdì
28/03/2003: Oggi
è prevista la visita a Leptis Magna, la quale dista
140 km da Tripoli. La raggiungiamo in 1 ora e _ di pullmino.
A differenza di Sabratha che, a parte il teatro, è
abbastanza deludente, Leptis ha un livello di conservazione
eccellente. E stata la città romana più
importante e sontuosa dAfrica e città natale
dellimperatore Settimio Severo. Inizia la visita con
il bellArco di Settimio Severo, poi il Teatro, le
Terme di Adriano, il Foro e la Basilica dei Severi in uno
stupendo stato di conservazione, con mura perimetrali intatte
per buona parte. E ancora il Mercato, lArena, lo Stadio,
le Terme dei Cacciatori. Nei pressi di queste terme, chiamate
così in quanto al loro interno vi sono dei magnifici
affreschi raffiguranti scene di caccia, sono rimasto affascinato,
letteralmente a bocca aperta, alla vista di due colonne
con tanto di capitelli, spuntare per un terzo dalla sabbia
.chissà
cosaltro cè lì sotto! Il biglietto
dingresso è costato 3 Dinari a testa e lingaggio
di una guida 40 Dinari. Abbiamo avuto la fortuna di avere
come cicerone un ragazzo, attento, preparato, ben informato,
educato che parla un ottimo italiano, senza dubbio la migliore
guida che abbiamo avuto. Se passate da queste parti, chiedete
di lui. Il suo nome è Ahmed Alfergiani. Nel pomeriggio
ritorno a Tripoli e la sera cena allo stesso buon ristorante
del primo giorno.
Sabato
29/03/2003: E il giorno del nostro rientro in Italia.
Alle 14:00 parte il nostro volo. La mattina è però
dedicata alla visita del museo della Jamahiriya, il più
importante della Libia, situato nei pressi della Piazza
Verde. Secondo me è imperdibile. Oltre a ricoprire
un arco temporale che va dalla preistoria agli anni della
rivoluzione, possiede reperti veramente straordinari. Mosaici,
statue eccezionali. Sono stato catturato da una scultura
magnifica, raffigurante un putto dormiente. Ricordo la testa
abbandonata su una spalla, le gambe dolcemente accavallate
e i riccioli che ricadono sul dorso di una mano. Mi ha veramente
rapito. Vicino al putto ci sono due statue femminili, di
squisita fattura, dai drappeggi delicatissimi e dai volti
severi. Ho apprezzato molto anche le "Tre Grazie",
altra opera romana, esempio di armonia. Incantevole il profilo,
con le labbra appena socchiuse di una, i capelli raccolti
sulla nuca, con qualche ciocca che scende sul collo. Tratti
che raffigurano alla perfezione lideale classico della
bellezza. Cè anche un favoloso mosaico, sempre
depoca romana, che rappresenta scene di pesca. Un
pescatore cattura un pesce con la canna da pesca, un altro
è impegnato a guadinare la preda del primo, mentre
un altro ancora è intento a mettere lesca sullamo.
Stupefacente. Una preziosa raccolta di opera darte
che ci fa accommiatare da questo paese ricco di meraviglie,
ancora sconosciuto ai più.
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