Al calar del
sole
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Appunti disordinati da un quaderno di viaggio tra Malawi e Tanzania
di Renato Civitico
La strada che
costeggia il lago
"..... è
al calar del sole che si scopre una strada africana. Quando il sole
non ha più la forza di scaldare l'aria circostante, allora
la via di comunicazione si anima. La strada in questione è quella
che collega due o più villaggi lungo la sponda del lago
Malawi. Alla stessa ora, in una qualsiasi altra carettera del
mundo, c'è rumore molesto ed un andirivieni dauto e di
camion che scaricano gas nell'aria, ma non qui dove regna il silenzio.
Ogni tanto una macchina solca lasfalto o poco più, anche
se la strada in questione è di notevole importanza, perché
collega i vari paesi della costa e non trovi altra strada al di fuori
di questa! Lungo questa via non c'è rumore e si
sentono le voci della gente, il rumore dei passi ed il cantare degli
uccelli. Mi passano accanto donne con grosse ceste sulla
testa, uomini in bicicletta che si fermano a chiacchierare e bambini,
tanti bambini che corrono e che giocano a pallone. Il pallone
è fatto di stracci e non può rimbalzare, ma ad un giocatore
di strada questo pallone basta ed avanza per immaginarsi davanti alla
porta avversaria, pronto a calciare un potente tiro ad effetto. Io cammino proprio
sulla linea di mezzeria, quella che divide le due carreggiate ed osservo
tutto questo, ho con me la macchina fotografica, ma non mi permetto
di fotografare. E' pura vita quotidiana quella che vedo e nessuna foto
mai potrebbe riprodurre quest'atmosfera. C'è una luce particolare
all'imbrunire sul lago e gli alberi sono lontani, ma s'intravedono
le chiome verdi piegarsi sotto il soffio del vento. Quando c'è
una casa vicino alla strada vedo donne che raccolgono legna, quella
che servirà per accendere un fuoco e tanti panni stesi
ad asciugare, e non mancano neanche i secchi colorati fuori l'uscio,
danno colore a queste modeste abitazioni. Ogni tanto lungo la
strada trovo un gruppetto di persone ferme sul bordo della strada,
sono uomini e donne in attesa dei "dalla dalla"
i pulmini dai prezzi modesti. Di rado passano lungo la strada
e raccolgono i passeggeri per portarli lontano. Se immagino l'africa mi
piace pensare ad una strada lunga e diritta con tante persone
in movimento, un'atmosfera immutevole in un contesto
vivo ......"
La
propria città
"
la propria città perde dimportanza quando si viaggia.
Appena sei sicuro daverla richiamata alla memoria improvvisamente
ti scivola via. Lo sguardo spazia oltre e non si ferma più.
Ovunque il viaggiatore dà un addio ad ogni cosa, respirando
laria vibrante della montagna, camminando sulle pietre lisce
della strada o accarezzando le foglie delle piante con mano delicata,
e così ogni luogo si sovrappono ad un altro. Sempre nuove emozioni
che si rivelano
"
Ascolta
più spesso le cose
Che gli esseri.
La voce del Fuoco sintende,
Ascolta la voce dellAcqua.
Ascolta nel vento
Il Cespuglio in singhiozzi:
E
il respiro degli antenati.
Birago Diop "Souffles"
(estratto) Un
treno in Tanzania
"
.. se lungo una via esiste una stazione, prima o poi arriverà
anche un treno, e sovente lorario di partenza non coincide mai
quello riportato sul biglietto. Il treno in africa non ha orari, ma
segue un suo lento tempo dattesa, prima o poi arriverà
e prima o poi partirà. Limportante è non avere
fretta e lasciarsi sempre molto tempo dietro di sé, soprattutto
se cè un orario da rispettare, ma in africa non esistono
orari darrivo! Noi tutti associamo limmagine della stazione
a quella di una folla in continuo movimento. La stazione è da
sempre un frenetico movimento di persone. In africa no, non si puo
pensare così, bisogna immaginare la stazione come ad un interruttore
elettrico. Un interruttore che si aziona solo quando un treno è
in procinto di arrivare o di partire. Il treno è lenergia
della stazione. Durante la giornata regna una calma piatta ed irreale,
ci sono persone che lavorano o che si muovono lungo i binari, ma è
solo in prossimità dellarrivo di un treno che la stazione
si anima. Arrivano le persone che devono partire, la gente in attesa
dei propri cari, ed anche i facchini ed i venditori dacqua. Molti
di loro sanno sempre lesatto orario, lorario dellinterruttore,
tutti tranne me, che ora sono in attesa della mia carrozza. E
sempre una festa lungo i binari, cè sempre molta gente
che parla, che gesticola o che semplicemente è seduta in attesa.
Non cè fretta e nessuno corre o si agita, tutto scorre
e tutto defluisce durante la lenta attesa. Tutto come se fosse già
scritto da molto tempo, tutti sanno lorario di partenza tranne
me
.."
prosegui
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