Al calar del sole… 5/8
Appunti disordinati da un quaderno di viaggio tra Malawi e Tanzania

di Renato Civitico

 

La scuola
"…oggi sono arrivato davanti ad un cancello di una scuola e sono entrato. Al suo interno c’era un basso fabbricato ed un giovane seduto ad un tavolo. La sala era buia e vuota e lui stava scrivendo sopra un quaderno. Gli ho domandatato qualcosa e lui ha alzato la testa per rispondermi. Mi ha spiegato che questo locale è un refettorio e che a quest’ora non c’è nessuno perché le lezioni sono terminate. Ci siamo fermati a chiacchierare e questo è bastato a destare la curiosità degli studenti che stavano passando. In breve sono stato circondato da molti ragazzi liberi dalle lezioni che hanno iniziato a guardarmi e mentre io guardavo loro. Ho provato a scattare qualche foto, ma è stata la curiosità reciproca che ci ha fatto avvicinare. Io guardavo i loro completi dai colori bianchi e blu e loro guardavano me e la mia macchina fotografica, poi in uno stentato inglese ho cercato di farmi capire, ma è stato difficile. La scuola è veramente importante, e per un ragazzo del luogo è l’unico mezzo per elevarsi. Oggi sono riuscito a vedere qualcosa d’importante ed a capire cosa vuol dire studiare…."

L’ospedale
"….è una costruzione bianca assediata da un mondo circostante di terra rossa. Sulla bacheca all’ingresso ci sono vari opuscoli che spiegano le matattie e i rimedi per la cura o per la prevenzione. Sono disegni semplici, con illustrazioni di uomini, donne e bambini che combattono l’Aids o la malaria. Sono semplici fogli fotocopiati, ma hanno un’importanza fondamentale per chi vuole conoscere ed informarsi. Sono gli unici appunti medici che ho visto finora lungo tutto il viaggio. Un dispensario e poco altro lungo questo corridoio buio. Le porte delle stanze sono chiuse e trovo molti malati in attesa di una visita. L’ospedale mi riempie sempre di tristezza, perché è ovunque un luogo di silenziosa sofferenza. Sofferenza e silenzio, sono gli elementi che purtroppo si trovano in ogni ospedale del mondo, e non potrebbe essere differente. Gli sguardi e le espressioni delle persone sono uguali in ogni angolo del mondo. Lungo un porticato, c’è un medico che s’avvicina e mi supera. Volevo parlare con lui ma non ho avuto il coraggio di fermarlo, aveva sicuramente cose più importanti da fare che chiacchierare con uno sconosciuto di passaggio…"

 

Fuoco nella notte
"…stasera ho un fuoco vicino a me, che mi riscalda. E’ caldo e piacevole e viene costantemente alimentato da questa sottile brezza che rinfresca la serata. Le scintille che si alzano sembrano schegge impazzite, ed io le osservo con piacere nell’oscurità di questa notte africana. Se alzo lo sguardo vedo un cielo stellato e milioni di puntini bianchi. Sembrano le scintille di questa brace che s’innalzano per disperdersi nella fitta notte scura. Domani sera sarà lo stesso, sarò seduto davanti al fuoco e avrò molte stelle sopra la mia testa. Se fisso il mio sguardo nel fuoco potrei assentarmi perdendomi in mille pensieri. Alimenterei solo questa piacevole sensazione di salire verso l’alto, come queste scintille che s’innalzano nel cielo. Sono stanco stasera e la mia personale sensazione di salire è alimentata solamente dalla stanchezza fisica, quella che ora mi avvolge la mente facendomi immaginare più leggero! E’ la fatica che ho accumulato che mi fa sembrare più lieve, ma è bello perdersi nei pensieri della mente osservando le luci di un fuoco che si disperde nella notte. E’ proprio giunto il tempo di andare a coricarsi …."

 

E mi giungono delle voci.

Si direbbe il flauto degli dei dal fondo dei boschi.

Nell’ombra, il mio cuore esulta.

Ed è pioggia di stelle su tutta la terra.

Ah, mi rincuora il sogno

Come l’inno profondo dei figli del leone!

Ho la febbre fin nelle reni

E mi ricordo!

Ricordo la torcia delle marce pesanti

E i tamuri maestosi

L’oceano dei fasti.

Mamadou Traore Diop

 

 

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