|
Alla
scoperta del Marocco
3/6
di
Eno Santecchia
|
Escursione
a Marrakech
Il mercoledÒ si parte alle ore 6.00 per un'escursione a Marrakech che
comprendeva anche pranzo e serata berbera (costo 650 dirham a persona).
Percorriamo circa 150 Km di strada ben tenuta ma senza banchina transitabile.
La nostra guida Salah, diplomato al liceo turistico, indossa una tunica
chiara detta "djellaba", il cartellino distintivo e calza un
paio di babbucce.
Il Marocco dispone di una buona rete stradale, le strade anche se non
eccessivamente larghe sono comunque ben tenute, il parco veicoli circolante
sembra abbastanza funzionale. Nelle città e dintorni vi sono molti
cantieri edili e stradali in opera. Ai lati del pullman scorrevano distese
di palme, olive, mandorli, eucalipti, tamarindi.
Durante
tutto il percorso, la nostra guida ci ha ampiamente illustrato la storia
del paese con le diverse dinastie regnanti succedutesi nei secoli. Inoltre,
ci ha raccontato un fatto davvero curioso e interessante! "Vedete
questa pianta che somiglia all'olivo si chiama Argan, è tipica
della zona, produce un frutto polposo simile ad una prugna, molto gradito
alle capre. Quando il frutto è maturo le capre sono accompagnate
nelle piantagioni di Argan e leste si arrampicano sugli alberi. Le capre
ghiotte mangiano la polpa esterna e lasciano cadere il nocciolo, che
quindi viene raccolto a terra senza alcuno spreco di energie. Non si
ricorda che una capra sia caduta da un albero. Il nocciolo viene poi
macinato in appositi frantoi e così si ottiene l'olio di Argan
che si usa in dosi minime per condire, ma viene anche usato come decontrattante
muscolare per i massaggi. Per ottenere un litro di olio di Argan occorrono
100 Kg di frutti; quindi, data la scarsissima resa, l'olio costa circa
50.000 lire al litro".
L'altopiano di Marrakech mi è sembrato fertile e coltivato. Marrakech
costituisce una delle quattro città imperiali con Rabat, Fes e
Meknes; il tour che le tocca tutte è lungo 1047 Km e richiede
circa otto giorni di tempo.
In periferia della città visitiamo i giardini e il bacino della
Menara, con il padiglione saadiano che si specchia nelle sue acque tranquille.
Arrivati a Marrakech, notiamo alcuni dromedari
sellati che pascolano; i proprietari attendono i turisti che vogliono
fare la tradizionale passeggiata. I dromedari hanno l'aspetto di animali
mansueti e, a differenza dei cavalli, riposano seduti: sulle zampe hanno,
infatti, dei calli, dove si appoggiano a terra.
Attraversando la periferia di Marrakech, lungo la grande avenue de la
Menara, la guida ci segnala che a destra vi è l'hotel Mamounia
e ci dice: "E' l'hotel più lussuoso e costoso dell'Africa;
qui hanno soggiornato numerosi capi di stato tra i quali Winston Churchill
e alcuni presidenti americani". Notiamo che all'ingresso vi sono
due guardie di servizio. Forse anche allora era ospite qualche personalità
importante!
Sovrasta e domina la città il minareto della moschea Koutoubia
alto 77 m. che, costruito nel XII sec. dagli Almohadi eguaglia in altezza
le torri della cattedrale di Notre - Dame a Parigi. Sebbene via siano
altri minareti più nuovi e dai colori più vivi, il simbolo
della città è la Koutoubia.
Ecco Marrakech "la perla del sud", città risalente al
IX sec. d.c., dai colori ocra e rosso al centro di un gran palmeto (150.000
alberi). E' circondata da oliveti, agrumeti e meli, i suoi bastioni murari
color ocra dalle quali si stagliano verso il cielo altissime palme, sullo
sfondo le cime innevate dell'Alto Atlante. La cinta muraria, dichiarata
patrimonio dell'umanità dall'Unesco, misura 12 chilometri di lunghezza
e 7 metri d'altezza. La città, che si stende ai piedi dell'Alto
Atlante, fu fondata nel 1062, ma raggiunse il maggior splendore sotto
gli Almohadi. Attrasse numerosi scienziati e poeti tra cui il famoso
Averroé, filosofo e giurista arabo celebre per i commenti sugli
scritti aristotelici, che vi morì nel 1198.
Da sempre nobili e benestanti sofferenti di problemi respiratori hanno
trascorso qui qualche periodo, beneficiando del clima salubre perché
molto asciutto. Anche per questa sua peculiarità vi è un
notevole afflusso di turisti tutto l'anno.
Passiamo a piedi sotto la porta Aguenaou, la più antica delle
dieci porte della città per recarci in visita alle tombe saadiane,
che a dir la verità mi sono apparse un po' spoglie.
Il Palazzo Bahia è stato costruito da Ahmed el Mansour, sovrano
che ha garantito al paese grande ricchezza, in stile arabo-moresco con
materiali preziosi, tra i quali marmo di Carrara che è stato scambiato
con carichi di zucchero. L'ampio cortile e il loggiato con pavimenti
di marmo e piastrelle erano destinati alle concubine del sultano. Immagino
il palazzo all'epoca di maggior splendore, il vociare, i pettegolezzi,
fascino e i colori delle belle concubine; così mi è sembrato
vuoto! Abbiamo poi ammirato le rigogliose piante di banane, aranci e
profumati gelsomini del giardino Andaluso. Proseguiamo la visita della
bellissima cittàimperiale entrando nei vicoli stretti ed affollati
dei souk, dove si mescolano i più svariati odori a mille colori.
I souk sono divisi per mestieri e corporazioni, gli artigiani possiedono
botteghe molto piccole e strette, così la maggior parte di loro
lavora sui vicoli, impegnandoli in parte. Per esempio i fabbri, usavano
la forgia all'interno, ma usavano la saldatrice elettrica sul marciapiede
dove transitavano le persone. Invece caratteristica della corporazione
dei tintori erano i capi d'abbigliamento appena tinti, stesi ad asciugare
e i recipienti con le tinte un po' dappertutto. Si possono trovare venditori
di qualsiasi tipo di merce. Questo è il più pittoresco
e caotico souk che abbiamo mai visto, infatti, quello di Tunisi al confronto
sembrava un ordinato mercato europeo.
prosegui
|
Viaggi Africa
I tuoi viaggi in Africa iniziano qui. Ghana, Burkina Faso, Mali, Sud Africa, Namibia, Senegal, Uganda, Niger e molto altro. E ricorda. Prima prenoti meno spendi (e in più sei sicuro di partire).
travel.cn.it |
|