Nubia - donne nubiane
di
Giovanni Mereghetti
Dopo cinque giorni di "nulla"
si raggiunge la cittadina di Dongola, il più importante
centro abitato sul Nilo delle regioni del nord. E
loccasione per controllare i mezzi provati dalle sabbie
roventi e dalle buche del deserto nonché per rifornire
le nostre scorte alimentari. Solo una breve sosta, il traghetto
per attraversare il Nilo ci sta già aspettando. Lattraversamento
del fiume è un momento molto interessante che permette
di vivere a stretto contatto con la gentilezza e la disponibilità
del popolo sudanese.
Il
viaggio prosegue sulla pista che costeggia il Nilo, è
un susseguirsi di villaggi alternati a meravigliosi siti
archeologici, in questa zona si trovano i più importanti
templi della civiltà nubiana. La visita a queste
meraviglie è anche loccasione per incontrare
gli abitanti del luogo, è piacevole parlare con loro,
scattare qualche fotografia ai bambini che timidamente si
mettono in posa. Negli altri paesi musulmani le donne si
coprono il volto, qui in Nubia, invece, sorridono allo straniero
e a volte, anche se con discrezione, chiedono di essere
fotografate.
Le donne nubiane vivono dedicate alla famiglia in un nucleo
familiare allargato dove insieme agli anziani si ritrovano
con i più piccoli in un intreccio solidale di parentela,
cugini, nipoti, zii, nonni. Con silenzioso consenso assecondano
i desideri dei loro uomini, di cui condividono la vita con
altre mogli; accudiscono i vecchi del gruppo con doveroso
affetto, allevano i bimbi, peraltro sempre numerosi, porgendo
la loro fiducia nel giorno che verrà.
Le
incontri in casa, intente a cucinare, a rassettare
il cortile con quelle scope un po corte che impongono
al corpo di chinarsi fino quasi al pavimento. Si muovono
quasi volando con passi veloci, talora a piedi nudi, altre
volte indossando ciabatte leggere, ma non disdegnano sandali
di foggia occidentale che pongono in mostra le loro caviglie
ornate che danno flessuosità al loro incedere.
Vivono il loro destino di
donna nella maternità e curano il loro corpo in un
desiderio femminile di seduzione. Si vestono con drappi
leggeri e colorati, dal giallo al verde, al porpora, allindaco,
al blu.
Il capo è coperto, sia per osservanza alla religione
islamica, ma anche per ripararsi dal sole e dalla sabbia
e, quando il movimento talora con la complicità del
vento, fa scivolare il velo, le mani ed il corpo si muovono
in un magico gioco alchemico per trattenersi.
Amano
adornarsi, quelle socialmente più ricche prediligono
loro in fogge ornamentali che ripropongono disegni
geometrici o floreali, quelle meno abbienti usano monili
con ossi di animali o pietre. Le donne nubiane sono spesso
in compagnia di altre donne, insieme vanno alle funzioni
religiose e vivono momenti di complicità mentre si
decorano le mani e i piedi con lHennè. E
questo un rito che può richiedere svariate ore e
a cui le donne piace dedicarvisi nella postazione più
fresca del cortile, è un momento di aggregazione
durante il quale si parla delle proprie cose, mentre la
decoratrice inventa con rapida velocità, come ispirata
dal vento, complessi motivi che rispecchiano gusti personali,
usanze, funzioni scaramantiche e rituali. In questi incontri,
spesso, vengono combinati matrimoni tra diverse famiglie.
Per le ragazze nubiane il matrimonio è levento
più importante della vita, in questa giornata lei
sarà al centro dellattenzione, cosa che non
capiterà mai a una donna.
Durante
la giornata delle nozze, la sposa sarà decorata con
lhennè, truccata e pettinata per apparire più
bella agli occhi del suo sposo. Il corpo della ragazza ,
prima delle nozze, viene per la prima volta completamente
depilato e tale verrà mantenuto in seguito. La depilazione
viene eseguita da una donna che esercita questo mestiere
e che, per loccorrenza, usa polveri e cerette.
Gli occhi delle donne sudanesi
sono misteriosi e penetranti, a volte, grazie alluso
del cohol, applicato sul bordo delle rime palpebrali, li
rende ancora più profondi e lontani. Le più
giovani si muovono silenziosamente e noi, come timidi spettatori
colpiti dallintensità della luce che accende
i colori, dal soffio dl vento che domina ogni cosa, dagli
odori che si spandono nellaria, rimaniamo sospesi
in questo tempo antico.
Prima di ritornare a Khartoum, ci aspetta un altro deserto,
è quello del Bayuda, famoso per le sue tempeste di
sabbia improvvise. Sono solo trecento chilometri, ma la
pessima condizione della pista e il costante vento rendono
la traversata molto difficile. Ci vogliono due giorni per
attraversarlo e il pensiero di unaltra notte da passare
nel deserto riaccende la mia fantasia e la mia voglia di
solitudine. E una bella notte stellata quella che
mi attende, non riesco a chiudere occhio, esco dalla tenda,
guardo il cielo e raccolgo una manciata di sabbia, la faccio
scivolare tra le mani in una sorta di ringraziamento. Camminare
sui granelli di sabbia che non temono nulla mi rende felice,
questa terra deserta e sconfinata sfugge al mio sguardo
come carezza impalpabile.
Arriva lalba in un attimo,
si deve ripartire in direzione di Meroe. La Necropoli reale
di Meroe si trova su una collina a tre chilometri dal Nilo
coronata da oltre venti piramidi, alcune delle quali in
ottimo stato di conservazione. Il viaggio volge al termine,
una corsa sul nastro di asfalto che tutti chiamano la "Bin
Laden road" (pare sia stato lui a farla costruire)
e rieccomi a Khartoum, solo il tempo per una doccia e sono
già in aeroporto.
I controlli in uscita dal Sudan sono severi e lattesa
nella sala passeggeri sembra interminabile nonostante il
duty-free sia ben fornito di bibite. Si decolla nello splendido
scenario del tramonto, il paesaggio che appare dai finestrini
dellaereo si tinge di arancione, i ricordi nella mia
mente scorrono veloci: le oasi, i profumi, il vento gelido
della notte e quello caldo del giorno, i contrasti di colore,
i volti della gente incontrata, gli occhi misteriosi di
quella ragazza che forse si chiamava Jasmine
Il mio sguardo è incollato al plexiglass del finestrino,
sto ancora vivendo il mio viaggio o forse sto sognando,
non so... sento dei passi vicino a me e una voce, "sorry,
coffè or tea", beer, thank you!