Marocco in due (ovvero,
in Tre... no)
testo e foto di Laura Poli e Norberto
Masciocchi
III giorno. Treno
alle 9 per Meknès (1 ora di viaggio). Petit taxi
per lHotel Ibis, che questa volta è proprio
vicinissimo alla medina (5 min a piedi). Porte monumentali,
mura e bastioni, e visita al mausoleo di Mullay Ismail (il
sanguinario sovrano assoluto del XVII secolo, ancora riverito).
Molto tranquillo con stanze arabescate e
pizzi di stucco, sempre accompagnati dal rumore
dellacqua di piccole fontanelle. Visitiamo anche le
enormi caverne sotterranee con alte volte: granai o prigioni
degli schiavi a seconda delle dicerie. Passeggiata lungo
le spessissime mura del Palazzo Reale fino ai granai esterni,
anchessi con mura enormi e finestre piccolissime.
Atmosfera affascinante e tipico set da film del medioevo.
Solito tè alla menta nella piazza principale di fronte
alla porta Bab El-Mansour. Ci addentriamo senza guida prima
nei souq alimentari, nella mellah (quartiere ebraico) e,
infine nella medina alta, dove raggiungiamo la Grande Moschea
e la sua bella medersa a tre piani (con gatto che ci segue
fino al tetto). Nel palazzo Dar Jamaï visitiamo un
bel museo di tappeti. Cena in un ristorante della ville
nouvelle, di stile francese (La Coupole), ma con cous-cous
(come da regolamento).
IV giorno.
Colazione in un bar frequentato (come al solito)
quasi esclusivamente da uomini. Con un grand taxi (una Mercedes
che porta fino a 5 passeggeri + autista) andiamo a Volubilis,
antica città romana dei primi tre secoli A.D., a
circa mezzora di guida da Meknés (300 MAD per
una mezza giornata). Della grande città (diverse
decine di migliaia di abitanti) rimangono muri caduti, molti
mosaici, il decumano con larco di trionfo, resti della
basilica (palazzo di giustizia) e il lupanare. Si intuiscono
vari bagni, con calidarium, tepidarium e frigidarium. Dato
che pioviggina, non ci fermiamo più di tanto (un
paio dore) e rientriamo per luna a Meknès,
giusto in tempo per il treno delle 13.50 che in sette ore
(e 180 MAD) ci porterà direttamente al sud del paese,
ovvero a Marrakech, porta dellAtlante e, successivamente,
del Sahara. Il viaggio è lungo, ma tranquillo. Come
al solito, il treno (II classe) è comodo e assolutamente
in orario. Anche qui si alternano nel nostro scompartimento
compagni di viaggio molto vari, cui attribuiamo un ruolo
nella nostra fantasia: un diplomatico, dei dirigenti dazienda,
padri di famiglia, e figlie in viaggio
senza padri!
Ancora una volta siamo allIbis (prenotati in cascata
da un posto allaltro), che è di fianco alla
stazione. Cena nel ristorante di lusso (200 MAD a testa)
Jacaranda (ville nouvelle) con tajine (stufato cotto e servito
in un piatto di terracotta con coperchio a cupola) di carne
e uova.
continua-->
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