Marocco in due (ovvero,
in Tre... no)
testo e foto di Laura Poli e Norberto
Masciocchi
V giorno.
Visita senza guida al souq e alla medina di Marrakech. La
famosa piazza di Djemaa El-Fna è veramente incredibile:
affollata da cantastorie, incantatori di serpenti, scimmie
ammaestrate, donne che dipingono le mani con lhenné,
bancarelle di arance e frutta secca, portatori dacqua
alla
sera si aggiungeranno banchetti con cuochi che preparano
zuppe, spiedini e dolci per chi va al mercato. Lo spettacolo
non è solo per turisti, dato che, ai racconti in
arabo, assistono quasi unicamente spettatori locali (e sono
tanti!). Ci avventuriamo nella parte più intima della
medina, e visitiamo, senza soffrire di particolari insistenze
da parte dei venditori, le stradine colorate di babbucce,
stoffe, bronzi, erbe e spezie, tappeti, legni, etc. Visita
al Museo di Marrakech, un palazzo ottocentesco con un salone
enorme e fontana al centro, e nicchie con divanetti. Notevole
il lampadario di legno scavato che pende al centro del patio.
Hammam
e stanze molto belle ai piani superiori. Pranziamo anche
questa volta in un ristorantino per avventori locali,
di pochi mq, con brochette di pollo alla brace, pomodori,
spezie e riso, il tutto travasato nella tasca di un pane
arabo. La medersa di tre piani che visitiamo nel pomeriggio
è stupefacente: ha diversi cortili, e numerose stanze
di diverse forme, dimensioni e nobiltà: alcune erano
per gli studenti ricchi, altre no. Di fronte alla moschea
visitiamo la Koubba, un antico sistema di cisterne, fontane,
vasche e latrine per le abluzioni di rito. Lunga camminata
alla ricerca di due palazzi nobili da visitare entro le
17, ma ci perdiamo in prossimità della mellah. Decidiamo
allora per un tè sulla terrazza di un caffè
della piazza Djemaa El-Fna, da cui vediamo anche uno stupendo
tramonto giallo. Taxi allalbergo e cena in un ristorantino
della ville nouvelle, dove riusciamo a spendere decisamente
meno (150 MAD a testa, vino incluso) di quanto pagato la
sera prima al Jacaranda.
VI giorno.
Alle 8, con Mustafà, la nostra guida-tassista che
abbiamo contattato il giorno prima in una delle agenzie
della ville nouvelle (Habdi Viaggi), partiamo su una Fiat
Palio verso lAtlante e il Sud desertico. Strada di
montagna, curve e controcurve, fintanto che ci fermiamo
per un meritato caffè (o tè alla
menta...) poco prima del passo a 2200 m sullAlto Atlante.
Scendendo, il terreno diventa sempre meno verde, anzi più
arido, e il deserto, per il momento sassoso, si stende per
decine di chilometri davanti, e di fianco a noi. Attraversiamo
una zona lunare senza praticamente traccia di strada, e,
quasi inaspettatamente, raggiungiamo il paesino-kasbah di
Aït-Benhaddou:
guadando a piedi un fiumiciattolo arriviamo alla base di
una città berbera, fatta di fango e paglia, un po
diroccata in cui abitano ancora 7 famiglie tra cui quella
della guida locale; è un posto decisamente scenografico
e infatti vi hanno girato film come Lawrence dArabia,
il Gladiatore, la Mummia ecc.. Ripartiamo verso Ouarzazate,
dove visitiamo il Palazzo del Pascià Glaoui: anche
questo è tutto del colore della terra, ocra-beige,
come del resto anche le costruzioni recenti di tutti i paesi
che vedremo da ora in poi, nel lungo tratto in macchina:
si intravedono paesini e kasbah diroccate finché
arriviamo alle gole del Dadès, dai colori cangianti
(dal beige al sabbia allocra al rosso): è una
zona piena di palme, pioppi e mandorli vicino al fiume;
ritorniamo poi nella zona desertica e, passando per Tinerhir,
entriamo, già al buio, nella stretta gola del Todrà;
intravediamo nella notte montagne molto ripide a strapiombo
su di noi. Come al solito, ovvero guadando il fiume, arriviamo
al nostro spartano alberghetto: fa un freddo cane e il riscaldamento
qui non esiste: riusciamo tuttavia a farci la doccia con
acqua bella calda e andiamo a cena in uno stanzone molto
bello pieno di tappeti e pouf (ci sono ben altri due tavoli
apparecchiati, per un totale di 8 turisti); soliti cous-cous
e tajine serali, e ci infiliamo, battendo i denti, sotto
due o tre strati di pelli di cammello, ma dormiamo proprio
bene. Di notte non cè la luce elettrica e la
torcia da viaggio si rende utile per raggiungere il bagno,
che pure è nella stanza
continua-->
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