I vini del Sud Africa / 3

di Mario Crosta

Nel 1990 il vigneto sudafricano contava circa 90 mila ettari ed era costituito per l’85% da varietà bianche, mentre nel 2001 sui quasi 104.000 ettari di allora questa percentuale era scesa al 64%, ed oggi sono particolarmente in grande ascesa i rossi, tanto che costituiscono quasi la metà dei circa 110.000 ettari attuali.
Il primo vitigno per importanza, circa il 24% del totale, è lo chenin blanc, chiamato localmente steen e molto versatile, che può dare vini secchi, abboccati o amabili. Poi vengono gli altri bianchi colombard, chardonnay e sauvignon blanc, crouchen (riesling del Sudafrica) che hanno via via sostituito palomino, sultana e cinsaut destinati prima alla produzione di vini di tipo sherry o porto e stanno rapidamente prendendo piede i rossi cabernet sauvignon, pinotage (incrocio di pinot nero e cinsaut), shiraz, pinot noir e merlot.
Le zone vinicole attualmente più sviluppate sono Constantia, Stellenbosch, Franschhoek, Paarl e Durbanville. Le altre sono Overberg, Robertson, Tulbagh, Worcester, Wellington, Swellendam, Swartland, Olifants River, Orange River, Klein Karoo, Piketberg, Elgin, Mossel Bay, Walker Bay, Cedarberg e se ne aggiungeranno altre, tutte con la supervisione di commissioni di assaggio che autorizzano o meno la certificazione WO.
In genere i vini di qualità costante ed elevata, con qualche eccezione in tutte le altre zone WO, si producono ancora nella valle di Constantia, dal clima fresco ed umido, dove ci sono buoni Sauvignon blanc, Semillon, Chardonnay e Cabernet sauvignon oltre che nelle tenute Groot Constantia e Klein Constantia anche nella tenuta dei tedeschi Buitenverwachting.
Vini di qualità migliore, specialmente rossi, si trovano attorno a Stellenbosch, dove hanno sede anche la KWV e la cooperativa Stellenbosch Vineyards: Cabernet sauvignon, Merlot, Pinotage e Shiraz. Alle pendici del Simonsberg e sotto l’Helderberg troviamo gli ottimi vini di Genesis, Kumkani, Morgenhof e Muldersborsch. Molto premiati all’estero i Dieu Donné Vineyards della zona di Franschhoek, dai freschi pendii che mitigano le giornate assolate favorendo una maturazione più lenta delle uve.
Ad ogni modo, un elenco con i link delle principali cantine del Sudafrica lo potete trovare sulla pagina di The Wine Web.
Se l’enologia sudafricana si ponesse come obiettivo una riqualificazione regolamentata delle sue procedure nei vigneti e nelle cantine sulla base del modello europeo, senza dipendere quindi esclusivamente dalle locali commissioni di assaggio che valutano soltanto il prodotto finale per il rilascio della WO, ma aprendo le porte delle aziende a nuovi e più rigorosi disciplinari ed ai necessari controlli ed ispezioni, assisteremo al risveglio di un vero gigante. Anche laggiù, come in Argentina e in California, i nostri oriundi sanno darsi da fare al meglio e non solo con il vino, ma anche con l’olio d’oliva ed altri prodotti alimentari, ed una sana concorrenza, fatta salva la qualità e il rispetto della salute pubblica, non potrebbe fare altro che bene.

Foto tratte dai relativi siti

 

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