Ma la giornata non finisce qui,
perché questa è solo una tappa d'avvicinamento,
oggi sono diretto a Djenné e al suo famoso mercato
che, dicono, sia il più bello del Mali. C'è
un'enorme moschea di fango, nella piazza di Djenné
e tutt'intorno un gran commercio. Un mercato colorato, gioioso
e vivo di luce propria. Mille colori, mille persone e mille
oggetti esposti lungo la via. Gente che passa, compra, parla,
e poi si siede a osservare il mondo attorno a se, perché
oggi l'universo è qui. E' tutto racchiuso in questa
piazza del mercato dove le varie popolazioni si ritrovano.
Sono arrivato tardi, ma non appena ho parcheggiato il mezzo
mi sono immerso tra la gente, e ho percorso subito la strada
principale, quella che porta alla moschea. Attorno a me
persone e bancarelle, c'è chi vende, e c'è
chi acquista. Odori, spezie, carne, verdure e gente, tanta
gente tutt'intorno. Il lunedì c'è il mercato
a Djennè, ed è il giorno dalle tinte forti.
Puoi trovare uomini, donne e bambini, ognuno con i propri
abiti tipici o con i propri oggetti in mano, ognuno con
il proprio dialetto e ognuno con la sua storia. I colori
principali sono il giallo, il verde, e l'arancione, ma anche
il blu e il marrone sono presenti nell'aria. Se si percorre
una via attorno alla moschea ci si ritrova nella città
vecchia. I vicoli, le case e i muri sono di fango, è
un'immersione nella vita quotidiana, una strada di odori
e di voci. Dal tetto di un palazzo, si può osservare
per ore e ore la vita che scorre sotto. E' bellissimo restare
a guardare la gente che cammina, in più l'harmattan
il vento secco, ha ripreso a soffiare.
Ho di fronte quest'enorme moschea, ma
non posso scattare fotografie, non c'è la luce giusta!
Sono arrivato verso sera in albergo, a riposarmi dalle fatiche
del giorno, ma quando ho scoperto che anche questa costruzione
è in parte di fango mi sono messo a ridere. Le scale
che portano alle camere sono ricoperte di fango, ed anche
il tetto del fabbricato è dello stesso materiale,
come del resto tutta la sua parte esterna. Sorrido camminando
per il cortile, sperando in un minimo di muratura a sorreggere
questa struttura, perché alla prima pioggia qui tutto
si squaglia! Ho montato la mia tenda sul tetto piatto dell'albergo.
Ho potuto scegliere, se dormire in una stanza o montare
la tenda sul tetto dell'albergo. Non ho avuto nessun dubbio
e stanotte dormirò qui, sotto un cielo stellato.
Mai dormito con una tenda sul tetto di un albergo, e già
immagino l'alba domani mattina che sarà di un colore
rosso fuoco, accompagnata da un cielo azzurro a fargli compagnia.
In Africa l'alba è sempre magica! Fatta colazione
stamani, ma con sorpresa, uscito dalla porta del ristorante
che in realtà non esiste, perché sono sotto
una tettoia, ho trovato una lunga fila di bambini tutti
con una scodella in mano. La cosa mi ha incuriosito e sono
rimasto a guardare. I piccoli erano in attesa dei nostri
avanzi, del cibo avanzato sui tavoli. Dopo poco è
uscito qualcuno e a ognuno di loro ha dato parte del cibo
avanzato. Sono rimasti in silenzio, in attesa di ricevere
la propria razione, forse l'unico pranzo del giorno. Sono
rimasto a pensare e forse ho capito perché alla partenza
non erano molte le persone che partivano per questa regione
africana. Questa notte in lontananza si sentivano voci per
la strada, prima persone cantare, poi i suoni dei tamburi,
e per finire i Muezzin con le loro preghiere.
Stamani ogni stanchezza
è stata rimossa e sono pronto a riprendere
nuovamente il mio viaggio, oggi mi avvicinerò alla
falaise e alla terra dei Dogon. Il modo migliore per affrontare
una giornata di spostamento è sedersi accanto al
finestrino a osservare il paesaggio. Sinceramente il Sahel
me lo immaginavo così, con la terra rossa, gli arbusti
e l'erba gialla ai lati della strada, seccati dalla siccità
e piegati dal vento. Penso alla primavera, quando le piogge
sono più abbondanti e all'esplosione di colori, già
m'immagino il verde e il profumo nell'aria. Già perché
ora nell'aria non ci sono odori, questo nei giorni scorsi
m'aveva colpito, ma ora c'è poca acqua a disposizione
e la natura riposa. Si viaggia sempre senza fretta, solo
la strada poco asfaltata e le vibrazioni del mezzo rendono
faticosa la giornata, ma ormai sono quasi arrivato e domani
potrò camminare nella falaise. La falaise è
una grossa depressione, che si trova a sud della grande
ansa formata dal fiume Niger, una terra arida e assolata
dove abita una delle popolazioni più enigmatiche
del nostro pianeta: i Dogon. Quando scendo calandomi tra
i grossi massi per raggiungere la base della falaise, incontro
subito un primo villaggio Dogon e capisco di essere davanti
a un posto unico.
Il villaggio che ho di fronte è
stato costruito...
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