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Entriamo
in territorio Karo, i due giorni più faticosi in assoluto,
perchè la zona è una steppa desertica a tratti infestata
dalle mosche tse-tse. L' unico modo per evitarle è stare
trincerati in macchina, sicchè capita di fare anche un'ora
e mezza senza potersi fermare e scendere... coi finestrini siggillati,
40° fuori = 50° dentro...
...i
Karo poi... gente strana! Arriviamo finalmente in un villaggio
e non facciamo in tempo a scendere dalle macchine, che dobbiamo
subito andare via perchè la nostra fulminea presenza scatena
una lite furibonda fra i due ( presumibilmente ) capi, uno vecchio
e uno giovane.
In un altro villaggio ci cacciano via perchè dicono che
percepiscono in noi una forte negatività!!!! Fino
a che però sul nostro cammino non incontriamo una " Capa
" che si rivela un gran personaggio. E' simpatica, autorevole
e insperatamente ospitale! Un po' diva, vuole essere fotografata
ma la cosa straordinaria è che studia lei le pose e sceglie
lei gli sfondi!!!
Ci fa'
da cicerone nel suo villaggio, ci mostra le macine per il sorgo
e ordina alle donne di farci vedere come si fa'... I Karo vivono
di agricoltura e sono grandi produttori di miele; sono sedentari
ma a volte sono costretti a spostarsi per la presenza della mosca
tse-tse. Sono alti e slanciati, hanno innumerevoli pearcing e
un'acconciatura particolarissima: una sorta di scalpo cui sono
attaccati una moltitudine di palline di argilla impastata con
grasso animale.
L' eccentrica capa, infine, ci offre una immonda mistura a base
di tabacco e miele che siamo costretti ad accettare perchè
qualcosa ci dice che non è il caso di contrariarla!
Risaliamo
il fiume sino al Mago National Park, abitato dai Mursi e dai Bumi.
L' etnia Mursi è fra le tribù dell'Omo quella più
conosciuta per via del particolare piattino labiale delle donne.
La macroscopica
deformazione sinceramente non può non impressionare! Soprattutto
se si pensa alla tortura che si deve subire per ottenerla: nell'incisione
del labbro inferiore viene inserito un piattino di terracotta
via via più grande; poi si estraggono ( Dio mio che male!
) gli incisivi inferiori affinchè il piattino possa poggiare
sul palato e quindi rimanere ben teso... il
piattino viene tolto per mangiare, e allora un labbrone enorme
pende sul mento! Su
questa tradizione culturale gli antropologi non sono ancora giunti
a una spiegazione comune: per alcuni l' uso del piattino è
da assimilare a tutte le altre pratiche estetiche fortemente diffuse
presso le popolazioni tribali; per altri invece l' uso trova la
sua fonte nell' esigenza di sottrarre le donne
alla tratta degli schiavi: sembra infatti che i Mursi siano stati
risparmiati alla schiavitù proprio per via del viso orrendamente
deturpato, che faceva orrore ai possibili compratori e quindi
ne rendeva inutile la tratta.I
Mursi vivono di allevamento, sono alti e particolarmente belli
(malgrado tutto! ), il corpo è statuario e inciso da numerose
scarificazioni. Sono
fieri e aggressivi, in lotta con molte tribù della Valle
ancora oggi. In loro l'atteggiamento fortemente interessato nei
confronti dei turisti è molto radicato, il contatto con
loro è stato quindi da un punto di vista umano fortemente
deludente.
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