Al calar del sole… 8/8
Appunti disordinati da un quaderno di viaggio tra Malawi e Tanzania

di Renato Civitico

 

Miriam Masai
"….chi è quest’uomo che si aggira nell’oscurità? Un malintenzionato, un abitante del villaggio o semplicemente un uomo in cerca di qualcuno? Miriam è un masai! Un uomo della savana con un nome da donna e con una voce sottile e monotona. Parla con una lenta cantilena che quasi mi addormenta ….. e poi questo suo particolare atteggiamento poco marziale proprio non si addice al suo attuale lavoro, quello di un guardiano notturno! E’ un uomo della savana con una lunga tradizione alle spalle, i suoi avi hanno vissuto cacciando bestie feroci, spostandosi lungo la savana con mandrie di animali. E lui chi è…..? Proprio un guerriero masai non mi sembra, e se arrivasse ora un animale feroce sarebbe in grado di affrontare il pericolo? In mano tiene un arco e frecce, pronto a venderlo al primo turista che sia pronto a spendere la cifra che lui chiede. E poi? E poi tornerà a fabbricarne un altro, ed un altro ancora …"

 

Chi sei?

E tu, chi sei?
Sono Mamadi, figlio di Diubaté.

Da dove vieni?
Dal mio viallagio.
E dove vai?
All’altro villaggio.
Quale altro villagio?
Cosa importa?

Vado dovunque ci siano degli uomini.

Che fai nella vita?
Sono griot, capisci?
Sono griot, com’era mio padre. Com’era il padre di mio padre. Come lo saranno i miei figli. E i figli dei miei figli. Sono griot, mi capisci? Sono griot come al tempo dei padri. Che aprivano il cuore al nascere del giorno. E la casa ospitale al viandante sconosciuto. Attardato sulla via.
Sono progenie di Dieli.
L’uomo cui suo fratello diede
La propria carne e il sangue
Per eludere la fame terribile
Pronta sul sentiero in fiamme della foresta
Con la maschera minacciosa del teschio della morte.
Sono figlio della Guinea,
Sono figlio del Mali,
Nasco dal Ciad o dal profondo Benin.
Sono figlio dell’Africa…
Addosso ho un gran-bubù bianco.
Ei bianchi ridono vedendomi
Trottare a piedi nudi nella polvere della strada.
Ridono
Ridano pure.
Quanto a me, batto le mani e il grande sole dell’Africa
Si ferma sullo Zenit per guardarmi e ascoltare.
E canto e danzo,
E canto e danzo.
Francis Bebey
Griot, (cantastorie)

 

Assalto frontaliero
"…alla frontiera ti aspetti di tutto, tranne di ritrovarti completamente accerchiato da uomini e donne che vogliono venderti tutta la loro merce. Vendono qualunque cosa questi mercanti di frontiera. Hanno con sé, statuine, animali di legno e collane di poco valore. E’ gente povera che cerca di guadagnare qualcosa al passaggio di un mezzo di trasporto tra la frontiera della Tanzania e quella del Kenya. E se ci sono i turisti, la festa ha inizio, ma oggi non ho voglia d’ascoltarli. C’è qualcosa nell’aria che non mi piace, vedo l’accanimento nel vendere qualunque cosa. Ci sono tante persone attorno a me, ma nessuno ha voglia parlare e per questo sono deluso … se incontrassi queste persone nei loro villaggi sarebbero diversi rispetto a quello che oggi sono qui? Le formalità da rispettare alla frontiera sono lunghe e monotone, devo aspettare…"

 

(lungo la via…)

The end
"…terminato, finito, esaurito, ho concluso questo viaggio … e domani rientrerò a casa. Non ho voglia di tornare e vorrei che questo viaggio durasse per molto tempo ancora. Mi piacerebbe proseguire lungo le strade di questa nazione e navigare ancora su questo mezzo meccanico per attraversare le lunghe distese verdi e i dolci paesaggi africani, parlare con la gente e sedermi la sera a bere una birra fredda. Vorrei ma non posso, domani mattina avrò un nuovo motore più veloce che mi porterà in alto, verso la mia ultima destinazione. Avrei continuato a viaggiare fino a raggiungere il mare, e solo ora mi rendo conto che sarebbe stato il luogo più bello per concludere questo lungo viaggio. Sulla riva mi sarei femato a guardare l’orizzonte ed avrei ripercorso con la mente tutta la strada fatta. Sono pronto a riprendere il viaggio anche ora. Invece mi fermo qui, ma sono contento per quanto ho visto e questo è importante …."

 

"…Gandalf salutò gli amici, saltò sul suo cavallo e, superato il fiume, si lanciò al galoppo verso i monti e verso la sua terra. I tre amici si allontanarono tornando verso casa senza mai voltarsi. Non dissero una parola, ma ognuno traeva molta serenità dalla presenza degli altri sulla lunga strada. Passarono infine i poggi e presero la Via Orientale. Cavalcarono verso la terra di Buch e ricominciarono a cantare. Poi Sam prese la via per Lungoacque e tornò al colle; e di nuovo il giorno stava finendo. Vide una luce gialla e del fuoco acceso. Il pasto serale era pronto e lo stavano aspettando. Rosa lo accolse e lo fece accomodare e gli mise in braccio Elanor sulle ginocchia. Egli trasse un profondo respiro "Sono tornato" disse."
(Il signore degli Anelli: Il ritorno del Re)

 

 

"… queste pagine sono per gli amici che hanno viaggiato con me, e a tutti gli uomini che mi hanno stretto la mano lungo la via. Sovente erano mani polverose o mani affaticate dopo lunghe giornate di lavoro. Le ricordo con piacere e sento ancora la loro stretta possente sulla mia. In seguito le mani si sono salutate per percorrere strade diverse, ma ovunque, anche nei posti più lontani, le ho sempre ritrovate e riconosciute..."

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